Italian Nitrogen Network (INN)
Confronto tra sorgenti, sink, dinamiche di trasporto e trasformazione dell’azoto in bacini idrografici
La carenza o l’eccesso di azoto negli ecosistemi determina problematiche differenti. La carenza di questo elemento chiave condiziona negativamente le produzioni agricole, mentre la sua abbondanza provoca eutrofizzazione degli ambienti acquatici con le ben note conseguenze (“too much of a good thing”, European Nitrogen Assessment, 2011). All’inizio del 2014 è stata lanciata un’iniziativa nazionale tra ricercatori che si occupano di azoto, inclusi ecologi, limnologi, biologi, agronomi e idrogeologi. L’iniziativa (INN, Italian Nitrogen Network) consiste nel condividere una metodologia comune per valutare un bilancio dell’azoto a scala di bacino in sistemi idrografici italiani.
Meeting specifici sono stati organizzati per discutere un metodo comune di raccolta dati e calcolo dei bilanci. La maggior parte dei dati necessari (es. superfici e produzioni agricole, impiego di fertilizzanti, densità zootecniche e di popolazione) sono disponibili in database statistici nazionali a libero accesso con scala minima comunale. Un bilancio netto tra input (effluenti zootecnici, fertilizzanti sintetici, deposizioni atmosferiche, fissazione biologica) e output di azoto (uptake delle colture, volatilizzazione di ammoniaca, denitrificazione nel suolo) viene calcolato attraverso le superfici agricole.
Dal momento che per numerosi fiumi italiani sono disponibili dati idrochimici e di portate alla sezione di chiusura, è possibile quantificare l’export di azoto e confrontarlo con il risultato del bilancio. Questo, insieme ad informazioni relative ad esempio a regime idrologico, pratiche irrigue, presenza di ecosistemi acquatici, uso del suolo, pendenze e permeabilità del suolo, consente di fare speculazioni circa la capacità dei sistemi di metabolizzare l’azoto in eccesso, con rilevanti implicazioni anche in termini di gestione territoriale. Ad oggi i risultati dei bilanci sono già disponibili per diversi sistemi idrografici (Oglio sublacuale, Mincio, Po di Volano, Agogna, Parma, Secchia, Trebbia, Enza, Crostolo, Adda, Panaro, Adige, Laguna di Venezia, Reno, Tevere) e altri sono in progress.
L’iniziativa è stata ufficialmente presentata a Ferrara nel settembre 2014 in occasione del congresso annuale della Società Italiana di Ecologia (SiTE).
Meeting specifici sono stati organizzati per discutere un metodo comune di raccolta dati e calcolo dei bilanci. La maggior parte dei dati necessari (es. superfici e produzioni agricole, impiego di fertilizzanti, densità zootecniche e di popolazione) sono disponibili in database statistici nazionali a libero accesso con scala minima comunale. Un bilancio netto tra input (effluenti zootecnici, fertilizzanti sintetici, deposizioni atmosferiche, fissazione biologica) e output di azoto (uptake delle colture, volatilizzazione di ammoniaca, denitrificazione nel suolo) viene calcolato attraverso le superfici agricole.
Dal momento che per numerosi fiumi italiani sono disponibili dati idrochimici e di portate alla sezione di chiusura, è possibile quantificare l’export di azoto e confrontarlo con il risultato del bilancio. Questo, insieme ad informazioni relative ad esempio a regime idrologico, pratiche irrigue, presenza di ecosistemi acquatici, uso del suolo, pendenze e permeabilità del suolo, consente di fare speculazioni circa la capacità dei sistemi di metabolizzare l’azoto in eccesso, con rilevanti implicazioni anche in termini di gestione territoriale. Ad oggi i risultati dei bilanci sono già disponibili per diversi sistemi idrografici (Oglio sublacuale, Mincio, Po di Volano, Agogna, Parma, Secchia, Trebbia, Enza, Crostolo, Adda, Panaro, Adige, Laguna di Venezia, Reno, Tevere) e altri sono in progress.
L’iniziativa è stata ufficialmente presentata a Ferrara nel settembre 2014 in occasione del congresso annuale della Società Italiana di Ecologia (SiTE).