ZONE UMIDE
Rimozione dell'azoto nelle zone umide del bacino dell'Oglio sublacuale
Le zone umide rappresentano un patrimonio di biodiversità e sono in grado di fornire importanti servizi ecosistemici. In pianura padana la crescente antropizzazione delle aree naturali ha determinato una diminuzione nel numero di zone umide e della loro connessione con i corpi idrici principali. Il progressivo isolamento di questi corpi d'acqua ha determinato la modificazione delle caratteristiche idrauliche e delle dinamiche di sedimentazione di decomposizione della materia organica. In seguito all'isolamento il mancato rifornimento di accettori di elettroni dai corpi idrici principali potrebbe determinare un'accumulo di materia organica sul fondo. In questa situazione i processi di riciclo dell'azoto dovrebbero prevalere su quelli in grado di dissiparlo. Per testare questa ipotesi i tassi di denitrificazione, i flussi di ossigeno disciolto (SOD), cabonio inorganico (DIC) e azoto sono stati misurati in 22 zone umide poco profonde situate all'interno della pianura padana. Lo studio, che ha riguardato sia zone umide connesse sia isolate dai corpi idrici principali, è stato condotto nei periodi invernale ed estivo del 2007. I risultati hanno dimostrato la necessità di ripristinare la connessione tra zone umide e corpi idrici principali al fine di di mantenere alcuni importanti servizi ecosistemici come la rimozione dell'azoto attraverso il processo di denitrificazione.
Decomposizione della materia organica grossolana nella palude del Busatello
Nonostante la sua ridotta estensione la palude del Busatello (Ostiglia, Mantova) presenta un'elevata biodiversità e un buon numero di specie minacciate. In questo contesto ci siamo occupati dello studio della decomposizione di frammenti di macrofite acquatiche utilizzando litter bags e microcosmi in laboratorio. Ci siamo inoltre occupati di valutare come la risospensione di sedimenti molli sia in grado di modificare le dinamiche dei nutrienti disciolti. Più di recente la nostra attenzione si è focalizzata sulla studio dei flussi di gas serra (CO2, CH4 and N2O) all'interfaccia acqua-atmosfera mediati dalla macrofita radicata Nuphar luteum.
Dinamiche del metano nella Lanca di Po
Questa lanca durante il periodo estivo risulta completamente colonizzata dalla macrofita galleggiante Trapa natans, la cui presenza determina condizioni di anossia nella colonna d'acqua per periodi che possono raggiungere i 2 mesi. Abbiamo dimostrato che durante questo periodo la transizione verso condizioni anossiche determina l'emissione di un'enorme quantità di metano, che supera di gran lunga la quantità di CO2 fissata ad opera della macrofita.