TORRENTI, FIUMI E SORGENTI
Il fiume Mincio e i laghi di Mantova
Il fiume Mincio è suddiviso in due settori contraddistinti da integrità ecologica, morfologia e regime idrologico molto differenti. Il primo segmento, situato a monte, è caratterizzato da condizioni simili a quelle di riferimento mentre il secondo segmento, situato a valle, presenta caratteristiche simili a quelle di un ambiente lacustre con lunghi tempi di ritenzione delle acque (qualche giorno) a causa di basse velocità di corrente. Gli obiettivi principali dello studio svolto su questo coso d'acqua sono stati 1) comparare le funzioni ecosistemiche dei due segmenti fluviali, con particolare riferimento al ruolo svolto dai produttori primari (macrofite radicate nel primo segmento e fitoplancton nel secondo); 2) mettere in evidenza l'importanza degli scambi di gas disciolti (O2 e CO2) all'interfaccia acqua-atmosfera sul metabolismo dei due segmenti; 3) quantificare l'importanza relativa della comunità fitoplanctoniche e delle pleustofite (Trapa natans) nel guidare l'evoluzione stagionale dei bilanci di massa di gas disciolti e di nutrienti in laghi poco profondi (Laghi di Mantova).
Bibliografia
Bibliografia
Il fiume Oglio
Con una lunghezza di 280 km il fiume Oglio rappresenta il secondo affluente del fiume Po in termini di lunghezza. Il fiume Oglio è suddiviso in due parti dalla presenza del lago di Iseo, con la parte a monte prevalentemente montana-collinare e quella a valle prevalentemente planiziale. Il corso d'acqua che si origina dal lago di Iseo è oggetto di uno studio volto a valutare il deflusso minimo vitale in diversi tratti che presentano criticità dovute alla presenza di derivazioni irrigue e idroelettriche. Dal 2009 stiamo raccogliendo campioni di acqua, macrofite e macroinvertebrati al fine di valutare lo stato ecologico dei tratti a maggior criticità utilizzando gli indicatori previsti a livello nazionale (LIMeco, IBMR e STAR_ICMi). Parallelamente a questa indagine sono in corso delle sperimentazioni specifiche per la valutazione a) dell'influenza delle variazioni di portata sule comunità bentoniche e sulle caratteristiche fisico-chimiche delle acque e b) dell'entità dell'interazione fiume falda in diversi tratti fluviali.
Il fiume Po
GIi studi effettuati sul fiume Po hanno avuto l'obiettivo di valutare il ruolo degli eventi di piena e della presenza di sbarramenti sui carichi di azoto e fosforo. L'analisi del carico di nutrienti (N, P, Si) durante gli eventi di piena è stata effettuata alla stazione di Pontelagoscuro (Ferrara) dal 2003 al 2008. L'analisi degli effetti dovuti alla presenza di uno sbarramento sull'evoluzione temporale dei carichi di nutrienti è stata condotta ad Isola Serafini (Piacenza). Quest'ultimo studio ha permesso di fornire delle informazioni approfondite sul possibile impatto dovuto alla costruzione di ulteriori sbarramenti sul fiume Po come strategia per la gestione dei deflussi.
The PARMA stream
Per questo torrente e per altri presenti nel territorio emiliano è stato calcolato il bilancio di massa dell'azoto tramite il metodo Net Anthropogenic Nitrogen Input (NANI).
Fontanili
I fontanili sono elementi caratteristici del bacino del fiume Po che si originano da risorgenze di acque sotterranee in seguito a cambiamenti della permeabilità del sedimento (che solitamente avviene nel passaggio tra alta e bassa pianura). La caratteristica principale dei fontanili è quella di avere una temperatura attorno ai 15°C che rimane costante per quasi tutto l'anno grazie all'effetto delle acque sotterranee da cui sono completamente dipendenti. Questa situazione rende questi sistemi un ambiente ideale per la flora e la fauna stenoterme, con la presenza di comunità di macrofite, invertebrati e vertebrati molto interessanti. Nel 2004 abbiamo studiato 28 fontanili al fine di valutare la diversità della fauna ad ostracodi. Il nostro gruppo ha inoltre uno studio ancora in corso per lo studio del genere di alghe rosse Batrachospermum. Nonostante i fontanili siano degli ambienti molto importanti dal punto di vista della diversità vegetale e animale, essi risultano fortemente minacciati dalle attività antropiche che vengono svolte nei loro dintorni. Durante il periodo 2009-2012 abbiamo messo in evidenza come le attività agricole siano in grado di determinare un peggioramento la qualità delle acque portando ad un riciclo di nutrienti (in particolare nitrato), all'emissione di gas serra e ad una contaminazione da erbicidi.
Sorgenti montane
La biodiversità in Emilia Romagna è stata analizzata a diverse scale spaziali e temporali, concentrando l'attenzione principalmente alle comunità di macroinvertebrati e meiofauna. In particolare sono state studiate venti sorgenti situate in un'area protetta dell'Appennino, al fine di caratterizzarle da un punto di vista morfologico e idrochimico, e di analizzare i pattern di distribuzione degli invertebrati che vi vivono. Il progetto EBERs (Exploring Biodiversity of Emilia Romagna springs) include invece sorgenti distribuite in tutta la regione, rappresentative delle principali litologia a tipologie di acquifero presenti nell'area, in modo da analizzare i principali fattori regionali che influenzano le comunità di invertebrati. Un focus è inoltre in corso in una zona più ristretta, il Monte Prinzera, emergenza ofiolitica della provincia di Parma, dove sono in corso campionamenti stagionali in sorgenti perenni e temporanee. Infine la diversità e la distribuzione della fauna ad ostracodi è stata studiata in sorgenti dell'area paleartica, analizzando i fattori indicati come rilevanti per la presenza di questi organismi. Questo lavoro ha lo scopo di identificare pattern biogeografici delle comunità di ostracodi a scala regionale e continentale, mostrando con un approccio multi-scala i gradienti ambientali che strutturano le comunità di ostracodi.